La medicina che ci riguarda

Ci siamo ritrovati con la cittadinanza al CAM di corso Garibaldi
per parlare della carenza di medici e della situazione sanitaria.


Perché fare il medico?

Quali sono le motivazioni che spingono qualcuno a diventare medico? Sicuramente le motivazioni di oggi non sono le stesse di 40 anni fa. Per capire meglio queste differenze abbiamo deciso di confrontare due generazioni di medici, grazie all'aiuto della nostra psicologa Sofia Banzatti. Analizzando le testimonianze di medici attivi negli anni '70 e di giovani medici di oggi, sono emerse motivazioni e preoccupazioni molto diverse, dettate dal contesto socio-culturale dell'epoca. Nonostante le diversità, però, è importante che le generazioni di medici si parlino, per comprendere le ragioni dell'elevato tasso di abbandono della professione e trovare strategie per arginarlo.

Focus Andrea Bellone medico

Falicitatori. Alberto Molteni medico

Per chi volesse vedere il video della serata lo può trovare qui

 

Situazione Sanitaria proposte legate al Referendum

Abbiamo analizzato le varie problematiche legate alla situazione sanitaria.

Focus Paola Palazzi medico
Facilitatori: Marcella Longo Cardiologa,
Matteo Libroia Ortopedico

1) Attuare un centro di prenotazione davvero unico e pubblico per tutte le strutture pubbliche e private accreditate, accessibile a tutti, agende per le prenotazioni sempre aperte, dati sulle liste d’attesa e bilanci resi pubblici da tutti gli enti accreditati.
Inoltre, sarà necessario rendere trasparenti e pubblici i dati sulle liste d'attesa di ciascuna struttura e i bilanci degli enti accreditati, al fine di garantire la massima trasparenza sul servizio sanitario regionale.


2) Attuare le norme esistenti che garantiscono ai cittadini le prestazioni nei tempi prescritti dai Medici di Medicina Generale
riducendo gradualmente le prestazioni in libera professione.
È necessario dare concreta attuazione alle norme già esistenti che tutelano il diritto dei cittadini di ricevere le prestazioni sanitarie nei tempi indicati dai Medici di Medicina Generale. A tal fine, sarà opportuno ridurre progressivamente il ricorso alla libera professione da parte dei medici, in modo da concentrare maggiormente le risorse sul servizio pubblico e assicurare così le prestazioni nei tempi dovuti.


3) Riaffermare, anche attraverso modifiche normative e una diversa distribuzione delle risorse, la centralità e il valore della Sanità pubblica della Lombardia.

È necessario ribadire con forza, anche mediante opportuni interventi legislativi e un diverso riparto delle risorse economiche, la centralità e l'importanza del servizio sanitario pubblico regionale. Soltanto garantendo un adeguato finanziamento al sistema sanitario lombardo sarà possibile assicurare a tutti i cittadini le cure di cui hanno bisogno, nel rispetto dei principi di universalità, uguaglianza ed equità che devono contraddistinguere un servizio pubblico.


4) Introdurre una programmazione socio sanitaria regionale basata sull’analisi dei bisogni,
con obiettivi di salute collettiva verificabili periodicamente attraverso dei dati epidemiologici e capace di garantire adeguatezza e efficacia della spesa sanitaria.
È opportuno definire a livello regionale una programmazione socio-sanitaria che si basi sull'analisi puntuale dei reali bisogni della popolazione. Tale programmazione dovrà fissare obiettivi misurabili di tutela della salute collettiva, da verificare periodicamente sulla base di dati epidemiologici. Inoltre, sarà necessario che la programmazione sia in grado di assicurare un'efficace ed efficiente allocazione delle risorse, garantendo appropriatezza ed efficacia della spesa sanitaria.


5) Ridefinire i criteri di accreditamento in relazione ai reali bisogni dei cittadini.
I criteri sulla base dei quali le strutture sanitarie private ottengono l'accreditamento da parte del servizio sanitario regionale andranno rivisti, al fine di renderli maggiormente rispondenti ai reali fabbisogni di salute dei cittadini. Bisogna assicurare che tutti i servizi sanitari siano accessibili e rispondano adeguatamente alle necessità delle persone.

6) Attuare una vera integrazione fra ospedale, territorio e politiche sociali per non lasciare soli i cittadini a partire dai più fragili e vulnerabili.
È fondamentale rafforzare la collaborazione tra gli ospedali, i servizi territoriali e le politiche sociali al fine di tutelare pienamente la salute dei cittadini, in particolare dei soggetti più deboli e a rischio. Solo attraverso una reale integrazione tra i diversi attori del sistema sanitario è possibile garantire un'assistenza completa ed efficace a tutta la popolazione.


7) Migliorare le condizioni lavorative degli operatori socio-sanitari.
È necessario valorizzare il lavoro degli operatori socio-sanitari assicurando migliori condizioni contrattuali e retributive. Allo stesso modo, i medici di medicina generale devono essere maggiormente coinvolti nei servizi pubblici, con retribuzioni eque che riconoscano adeguatamente il loro fondamentale ruolo. È importante prevenire ogni forma di concorrenza al ribasso delle condizioni di lavoro.


8) Attuare le previsioni del PNRR realizzando vere Case di Comunità e Ospedali di Comunità
.
È necessario dare piena attuazione alle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, realizzando Case di Comunità e Ospedali di Comunità che possano costituire un unico e qualificato punto di accesso ai servizi sanitari e sociali, in grado di farsi carico in maniera integrata di tutte le necessità delle persone.


9) Rivedere le regole di autorizzazione/accreditamento delle RSA (Residenze Sanitarie Assistite)
. È opportuno ridefinire i criteri e le modalità di autorizzazione e accreditamento delle RSA, al fine di assicurare agli ospiti condizioni di vita adeguate e nel rispetto della loro dignità, con una maggior partecipazione alle rette da parte del SSN. È altresì necessario tutelare pienamente i lavoratori delle strutture, riconoscendo loro un lavoro sicuro e di qualità, nonché una retribuzione equa.

10) Potenziare la filiera dei servizi domiciliari favorendo la cura delle persone presso il proprio domicilio.
È necessario sviluppare e migliorare la rete dei servizi domiciliari per permettere alle persone, soprattutto anziane e fragili, di ricevere assistenza e cure nel proprio ambiente domestico. Potenziando l'offerta di servizi a domicilio come l'assistenza infermieristica, l'aiuto nelle faccende domestiche, i pasti a domicilio e il trasporto sociale, si potrà favorire l'invecchiamento attivo e una migliore qualità della vita per i cittadini. Ciò permetterà anche di alleggerire la pressione sulle strutture residenziali e ospedaliere, ottimizzando l'utilizzo delle risorse del sistema sanitario e socio-assistenziale.


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Al liceo artistico Boccioni, per parlare del papillomavirus (HPV)

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21/10/2023 Sotto il palazzo della Regione a protestare per la situazione sanitaria insostenibile